Il visconte dimezzato

 Il visconte dimezzato 

di Italo Calvino 

Il visconte dimezzato è un libro che ho letto durante il mese di agosto. Ho scelto questa lettura perché sembrava molto leggera, ma alla fine si è rivelato un libro con un bellissimo significato. 

Il libro parla di Medardo, un giovane visconte proveniente dal paese di Terralba, in Sardegna, che durante la guerra contro i Turchi, in Boemia, viene colpito in pieno da una palla di cannone e viene completamente diviso a metà. Viene ritrovata solo la parte destra e dopo varie cure mediche il visconte riesce a tornare in patria.  I sudditi si rendono conto che del visconte è tornata solo la parte malvagia, che si sbizzarrisce in nefandezze, dimostrandosi sadico e crudele. Le sue ire si scatenano soprattutto sul padre Aiolfo, che muore di crepacuore poiché Medardo uccide il suo uccello prediletto, e sulla balia Sebastiana, che l’aveva cresciuto fin da piccolo e che viene spedita a Pratofungo con l’accusa infondata di avere la lebbra, poichè il pavido dottor Trelawney non ha avuto il coraggio di opporsi. Il Medardo malvagio, soprannominato dal popolo “il Gramo", vaga per le campagne dimezzando a colpi di spada frutti, funghi, animali; punisce con la morte ogni singolo reato costringendo il carpentiere mastro Pietrochiodo a inventare forche e complicati strumenti di tortura; dà alle fiamme campi, boschi, abitanti e perfino un’ ala del suo castello; opprime gli ugonotti a causa della loro religione e tenta più volte, senza successo, di uccidere suo nipote.  Il visconte si innamora poi di una giovane pastorella di nome Pamela, ma in seguito al suo rifiuto se la prenderà con la sua famiglia. Le cose si complicheranno ancora di più quando il nipote del visconte si imbatterà in una figura che cambierà il corso della storia: l'altra metà di Medardo.  

“Quando ho cominciato a scrivere Il visconte dimezzato, volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso, e possibilmente per divertire gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due e ho pensato che questo tema dell’ uomo tagliato in due, dell’ uomo dimezzato fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l’altra.”

Queste sono le parole di Italo Calvino, le quali riassumono brevemente quello che è il messaggio che l’autore ha voluto regalarci.
Il visconte Medardo, in una circostanza particolare, cioè quella di essere realmente dimezzato fisicamente, ha avuto la possibilità di far realizzare entrambe le parti della sua personalità secondo principi totalmente opposti, il Bene e il Male.

Non l’ avrei mai detto prima, ma questo libro mi è piaciuto molto e sono contenta di averlo letto. Lo consiglio a tutti coloro che vogliano intraprendere una lettura semplice, in certi momenti anche divertente, che però nasconde dietro alla storia dei suoi simpatici personaggi un tema molto attuale, cioè quello dell’uomo dimezzato, incompleto.

La parte che mi ha colpito di più è quella in cui entra in scena la metà buona di Medardo che, inizialmente, viene scambiata con quella cattiva. Il suo comportamento con i cittadini di Terralba e dei dintorni è estremamente gentile, tanto da sembrare goffo e in certi casi anche ridicolo; se inizialmente tutti erano contenti dell’ arrivo del “Buono”, dopo pochi giorni cominciano ad accorgersi dei danni che arreca la troppa bontà. A tale proposito mi è piaciuta molto una frase del narratore che mi ha fatto in un primo momento sorridere, perché si tratta in un certo senso di un paradosso, ma che poi mi ha fatto capire una cosa: non bisogna essere né troppo buoni né troppo cattivi, bisogna trovare il giusto equilibrio per stare bene con se stessi e con gli altri.




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