Everybody's Everything

“Everybody’s everything” è un docufilm sulla vita del rapper americano Lil Peep, morto nel 2017 di overdose, poco dopo aver compiuto 21 anni. Il documentario è stato prodotto nel 2019 e diretto da Sebastian Jones e Ramez Silyan. Il titolo è ispirato a una frase che ha scritto sotto a uno dei suoi ultimi post su Instagram ("I just wana be everybody's everything"). 

Premetto che non sono una fan di questo rapper, anzi non avevo mai ascoltato una sua canzone, ma il film mi ha comunque molto colpito. Questo documentario infatti racconta la storia del cantante, ripercorrendo tutti gli eventi importanti della sua vita, partendo dall’infanzia trascorsa a Long Beach (NY) per poi narrare la sua carriera musicale, fino ad arrivare alla sua tragica morte.

La vita del rapper è raccontata dai suoi amici e dai suoi familiari e il film è ricco di video e foto che raccontano il suo percorso. Non si può certo dire che abbia avuto una vita facile, ha infatti affrontato molti momenti tragici e più volte ha rischiato la morte. Nel film viene infatti spiegato che per un periodo il cantante non aveva una casa in cui vivere e quindi girovagava per Los Angeles cercando degli amici che lo potessero ospitare.

Al contrario viene comunque descritto come un ragazzo molto legato alla famiglia, in particolare a suo nonno e a sua madre, infatti il suo pseudonimo “Lil Peep” deriva proprio dal fatto che sua mamma lo chiamava con il nomignolo “peep”.

Il cantante è sempre stato un ragazzo ribelle, forse a causa dell’assenza del padre, che andò via di casa quando lui aveva solo 14 anni. Da quel momento ha iniziato a fare uso di droghe e antidepressivi per poi dedicarsi alla musica all'età di 17 anni, quando, essendo ancora molto giovane, aveva poche opportunità.

Lil Peep con il suo nonno John
Il docufilm continua poi a raccontare la sua carriera musicale, in particolare i suoi due album, in cui parla dei suoi molteplici problemi, tra cui il fatto di essere bipolare e depresso. I suoi testi esprimono sicuramente il suo dolore e la sua sofferenza, affermando di fare un eccessivo uso di farmaci e droghe.

L’aspetto che sicuramente mi ha colpito maggiormente è stata proprio la sua morte, avvenuta poco prima di un concerto. L’artista infatti si era coricato sul divano del pullman per riposarsi prima della serata e proprio in quel momento svenne; i suoi collaboratori non se ne accorsero perché pensavano che stesse dormendo quindi per non disturbarlo lo lasciarono stare. Solo dopo cinque ore si resero conto che in realtà non respirava e quindi chiamarono i soccorsi, che arrivarono ovviamente quando ormai non c’era più nulla da fare. Si è poi appurato che la causa della morte è stata un'assunzione eccesiva di una dose di antidolorifici e droghe pesanti.

L’ultima parte del film è quindi sicuramente stata quella che più mi ha emozionato in quanto mi sono sentita quasi responsabile della morte dell’artista, che sicuramente si sarebbe potuto salvare se i suoi amici lo avessero aiutato in tempo. In particolare mi ha colpito il fatto che da tempo lui parlava del suo stato bisognoso perché si trovava in una situazione di salute molto grave a causa delle droghe e della depressione; tuttavia, pur avendo molto amici e collaboratori che lo avrebbero potuto salvare, nessuno gli offrì un aiuto, portandolo così al suo tragico destino.

A questo docufilm do 4 stelle in quanto, pur non conoscendo il cantante, mi ha emozionato veramente tanto, facendomi riflettere su alcuni importanti aspetti della vita. Certamente consiglio il film ai fan del rapper ma anche alle persone che vogliono approfondire la sua storia, in quanto ti porta a ragionare sull’importanza e sulla preziosità della vita stessa. 

 

Bianca B.

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