Se questo è un uomo - Parte 1

"Se questo un uomo" è un romanzo di Primo Levi, deportato ad Auschwitz nel 1944, anche se il suo Inferno iniziò molto prima. Infatti venne catturato nel 1943 dalla Milizia fascista poiché si era dichiarato “cittadino italiano di razza ebraica". Lo deportarono prima a Fossoli, presso Modena e la mattina del 21 febbraio venne a conoscenza che il giorno dopo sarebbe stato spostato nel campo di concentramento ad Auschwitz, in Polonia. Il viaggio non fu semplice. Le persone venivano trattate come "pezzi", erano stipate all’interno dei vagoni di un treno merci e soffrivano per la sete e il freddo. Durante le soste nessuno era in grado di comunicare e nessuno tentava di provarci. Un viaggio lungo e terribile che non si può nemmeno immaginare. 

Arrivati nel campo, Primo Levi e gli altri uomini vennero portati alle docce, e in quel momento Levi si accorse che forse ciò che si poteva immaginare per “Inferno”, lo aveva davanti agli occhi: una camera grande e vuota, le anime in piedi e il rumore dell'acqua, che però non si poteva bere. Dopo essere stati tosati e lavati, furono privati di ogni cosa, anche il nome, che dal quel momento in poi sarebbe stato un numero.  

Lo chiamavano campo di lavoro, campo di concentramento, ma era un luogo con preciso fine: cercare in tutti i modi di far perdere alle persone quella piccola umanità che ancora possedevano. Piano piano lì dentro, come racconta Levi, si perdeva lo spirito di vita ed era facile lasciarsi andare e ridursi alla vita da bestie tanto da perdere l’istinto del pulito. Dunque ciò che si doveva cercare di fare era mantenere un atteggiamento attivo e, come diceva Steinlauf, un sergente dell’esercito deportato prima di Levi, bisognava difendere l’unica facoltà che era rimasta: la facoltà di negare il loro consenso. 

Proprio attraverso queste prime riflessioni si possono vedere i primi riferimenti all'Inferno dantesco. Per esempio associa il primo giorno nel campo all'antinferno e la vita nell'infermeria al limbo. Anche la musica, seppur non triste, era ritenuta infernale.

Ambra F.


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