Se questo è un uomo parte 1

Se questo è un uomo descrive la terribile esperienza vissuta da Primo Levi quando, il 13 dicembre 1943, venne catturato dalla Milizia fascista e deportato nel campo di lavoro di Monowitz.
Numerosi ebrei italiani, tra cui Levi, vengono  rinchiusi nel campo di internamento di Fossoli, vicino a Modena, e successivamente caricati, come fossero delle bestie, su un vagone merci verso la Polonia.
Arrivati a destinazione, dopo essere stati separati dai propri cari, i deportati giungono davanti ad un cancello con la scritta “Il lavoro rende liberi” (Arbeit macht frei) come quando Dante, giungendo davanti alle porte degli inferi, si trovò davanti alla scritta "lasciate ogne speranza, voi ch' intrate".
Vengono poi fatti entrare in una camera grande, vuota e poco riscaldata in cui è presente un unico rubinetto dal quale non si può bere perché l’acqua è inquinata.
Per chi come loro era rimasto  quattro giorni interi senza mangiare o bere, questa era una vera e propria tortura, un "Inferno".
Le condizioni di vita nel campo sono disumane: gli ebrei sono denudati, rasati,privati dei loro diritti, maltrattati,non hanno né amici né familiari, devono lottare per un pezzo di pane e lavorare senza sosta, sono latteralmente resi degli schiavi.
Inoltre a causa delle scarse condizioni d'igiene, pochi mantengono la voglia di pulizia ed anche Levi, dopo solo una settimana di prigionia, considera il lavarsi come un inutile spreco di energia e completamente inefficace ma nonostante ciò Steinlauf, un suo amico, lo incoraggia a mantenere questa abitudine perché anche se quel posto è fatto per renderli delle bestie, loro devono continuare a combattere per sopravvivere e portare la testimonianza di tali vicende.

 Sara T.
 

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