Se questo è un uomo: parte 1

 “Se questo è un uomo” è un romanzo di Primo Levi che parla della sua esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz.

 La narrazione inizia con la cattura dello scrittore stesso da parte dei fascisti a fine del 1943. Successivamente ,riconosciuto come ebreo,  viene spedito in un campo di concentramento in Italia.  Fu poi mandato insieme ad altri 650 uomini ad Auschwitz nel febbraio del 1944. Il viaggio durò all’incirca 15 giorni e fu molto doloroso, in quanto non potevano bere e nemmeno mangiare. Al termine del viaggio in treno i passeggeri furono smistati, le donne e i bambini furono divisi dagli uomini. Fu affidato al campo Buna (che era collegato ad Auschwitz). Qui fu spogliato dei suoi averi e fu costretto  ad abbandonare la sua identità da uomo, e gli venne tatuato un numero sul braccio. 

Le porzioni di cibo erano molto scarse e le condizioni di vita non erano da meno. Il campo pian piano comincio ad affollarsi e furono costretti a dormire anche in più persone in un solo “letto”. Venivano trattati come delle bestie. Periodicamente erano obbligati a farsi la doccia e a sottoporsi a dei controlli. Qui Primo conosce Steinlauf.  Egli fa capire a Primo Levi che farsi la doccia era necessario, in quanto era l’unico momento in cui si ricordavano della loro identità umana. 

In queste prime pagine del libro possiamo anche trovare un rifermento al limbo di Dante, che viene paragonato al Ka-Be, cioè l'infermeria

C.L.

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