"Se questo è un uomo" Parte 2

 Dal capitolo "Il lavoro" a "I fatti dell'estate", Levi ci racconta nei dettagli lo svolgimento della vita nel Lager e i modi in cui i prigionieri vivono questa realtà; alcuni si arrendono e muoiono poco dopo, altri invece sopravvivono, facendo ricorso ad ogni loro capacità.  Sono medici, sarti, cuochi o amici di qualche autorità, i cosiddetti "salvati" di cui l'autore ci racconta le storie, come il signor Schepschel, l'ingegnere Alfred L., il muscoloso Elias e il giovane Henri. Di quest'ultimo, in particolare, mi ha colpito la sua teoria "completa e organica" sui modi di sopravvivere in Lager, come se per lui il campo non fosse altro che un gigantesco test di cui bisogna trovare le risposte. D'altronde, dopo aver perso il fratello in Buna, si è concentrato esclusivamente sullo sfruttamento dell'organizzazione, della pietà e del furto per sopravvivere, ma mi sorprende lo stesso questa sua estrema razionalità e freddezza, che io personalmente non potrei mai avere in unluogo del genere. Il gesto più umano e dettato esclusivamente da pura bontà è quello compiuto da Lorenzo, un operaio civile italiano che per sei mesi cerca di aiutare Primo Levi in vari modi senza pretenderne nulla in cambio, come invece accadeva comunemente in questo genere di rapporti. Fino ad ora questo è il contenuto del libro che ho apprezzato maggiormente perché in contrapposizione con il mondo del Lager, popolato da personaggi accomunati dal solo interesse personale, c’è la pura umanità di Lorenzo, grazie alla quale Levi si ricorda di essere un uomo. Per concludere, di fronte a tutto questo, é inevitabile che gli uomini si dimentichino di essere tali ma se, ad opporsi a tale crudeltà, si trova l'aiuto di una persona, allora tutto prende una piega diversa che ci ricorda quanto la solidarietà tra esseri umani possa essere un ancora di salvezza.

Sara T.

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