Se questo è un uomo - pt 2

Un episodio che mi ha particolarmente colpita è raccontato all'interno del capitolo "Una buona giornata". Levi racconta del primo giorno in cui il sole è sorto nitido e vivo, non particolarmente caldo ma che comunque dona un piacevole tepore. Grazie alla luce del sole i deportati riescono a vedere ciò che circonda la Buna: prati verdi e colline basse e ricoperte di foreste. La Buna è invece sempre opaca e grigia, formata solo da ferro, cemento, fango e fumo. Non c'è erba perché la terra è impregnata dei succhi velenosi di carbone e pietra e tutto ciò che è all'interno della Buna è freddamente impersonale.

Il sole permette loro anche di vedersi bene per la prima volta e sono un po' meno infelici, qualcuno sorride. Ma subito dopo che il freddo, nemico per tutto l'inverno, cessa viene subito sostituito da una pena nuova, che fino a quel momento si era nascosta: la fame. L'uomo, riflette Levi, è proprio così: per sua natura non prova tanti dolori contemporaneamente ma questi si nascondono, i minori dietro i maggiori, e appena uno cessa, subito ne arriva uno nuovo. Per questo si dice che l'uomo è incontentabile: l'uomo non tanto è incapace di vivere in uno stato di benessere assoluto ma, più che altro, per sua natura tende dare un ordine gerarchico ai mali e quando quello maggiore si risolve, subito se compare un altro e poi un altro. Allo stesso modo quando il male del freddo inizia a risolversi, la fame si fa sentire molto di più e quello non è un male che si risolve facilmente e nemmeno con il passare del tempo.

Questo epidosdio mi è piaciuto particolarmente perché ne riconosco la veridicità e mi ha fatto riflettere su anche situazioni personali.

Maddalena C. 

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