Se questo è un uomo (pt.2)

 Nei capitoli che vanno dal “Il lavoro” a “I fatti dell’estate” Levi ci racconta quella che è la vita nel Lager. Della triste e vuota quotidianità che ogni prigioniero deve vivere.  

Tra tutti, un capitolo sembra emergere come uno spiraglio di luce dalla monotonia del Lager, si tratta de “Il canto di Ulisse”. In questo capitolo Levi sembra rinascere, per un’ora si dimentica chi è e dove si trova. 


Levi è in compagnia di Jean, il Pikolo del Kommando chimico, un giovane di ventiquattr’anni con cui aveva fatto amicizia. I due sono diretti alla mensa dove devono prendere il rancio per poi tornare indietro al Kommando, un viaggio di un’ora. 

Durante il viaggio Levi decide di parlare della Commedia e di Dante. La prima cosa che gli viene in mente è il canto di Ulisse. Nonostante il suo francese non sia perfetto, il compagno lo ascolta senza interromperlo. Jean ha capito come questo “evadere” dalla realtà  faccia bene al compagno, che sembra rinato. Pare quasi che Levi non si accorga del luogo in cui si trova. 


Qui si vede la passione con cui Levi vuole far capire al compagno le parole di Dante; egli ritiene che la Commedia riguarda tutti gli uomini in travaglio, proprio come loro due. Ci tiene così tanto che si arrabbia con se stesso quando non si ricorda i versi.


Levi è stato privato di tutto: dei vestiti, degli oggetti, dei capelli e persino del nome, ma il ricordo di tutto ciò che è avvenuto prima del Lager è ancora lì e nessuno glielo potrà mai togliere.


Jennifer S.

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