SE QUESTO È UN UOMO: PARTE 3

Giulia. C

Siamo in pieno inverno, il periodo peggiore per gli internati, e l’unica ancora a cui aggrapparsi era il lavoro. L’11 gennaio, poco prima della liberazione del campo, Primo Levi si ammalò di scarlattina e fu ricoverato nel Ka-be; così scampò all’evacuazione del campo, che lo avrebbe portato verso la morte certa. Un giorno i ritmi del campo rallentarono, e i prigionieri fioroni raccolti fino alla piazza dell’Appello per assistere all’impiccagione di un uomo accusato di aver partecipato a una rivolta per far saltare un forno crematorio. Sono rimasta parecchio colpita dalla descrizione di Alberto, che prima di andare incontro alla morte, come tutti gli altri malati del campo, si dirige allegro e fiducioso verso Levi per salutarlo. Questi ultimi dieci giorni sono vissuti nel campo da pochi prigionieri rimasti e qualche soldato della SS. Levi si procura delle coperte e per tutta la notte il campo viene bombardato. Primo Levi e altri due compagni capirono che non era possibile vivere in quelle condizioni e si ingegnarono per trovare soluzioni efficaci al  approvvigionamento di grandi quantità di cibo, e per questo furono anche premiati: i loro compagni donarono due pezzi di pane a Levi e i suoi compagni. 

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