Se questo è un uomo - parte terza

Bianca B.

All’inizio di questi ultimi capitoli il protagonista descrive la selezione che fanno le SS per decidere chi uccidere, in modo da svuotare il campo per i nuovi arrivati. Tutti i deportati vengono disposti in fila e, uno per volta, devono presentarsi con un foglio davanti alle SS, che in quel momento decideranno il destino di ognuno. Primo Levi riesce a scampare la selezione, forse per un errore nello scambio dei fogli dei deportati. 

Continua poi con la descrizione delle sue giornate, passate al Kommando chimico dove lavora. A differenza di altri deportati, Primo Levi avrà maggiore possibilità di sopravvivere a questo gelido inverno perché lavora al chiuso dentro al laboratorio chimico, in cui si trovano anche delle ragazze, che guardano con sdegno i colleghi sporchi e malmessi. A questo proposito il protagonista racconta che non vedeva una ragazza da tantissimo tempo quindi si vergognava a stare con loro e non sapeva come comportarsi. Ad aspettarlo fuori dal laboratorio si trova sempre con il suo grande amico Alberto, con cui ha legato molto negli ultimi tempi, tanto da condividere con lui il cibo o altri prodotti utili che trovano in giro. 

La narrazione si sposta poi sull’11 gennaio 1945, giorno in cui Primo Levi venne ricoverato per scarlattina. Questa situazione portò in lui molta sofferenza ma in realtà sarà proprio grazie al ricovero che riuscirà a salvarsi dalla marcia della morte. In quel periodo infatti girava voce che stavano arrivando i russi e quindi le SS iniziarono a condurre i deportati fuori dal campo in un viaggio che porterà tutti ad una morte lenta e sofferente, per la quale morirà anche il suo caro amico Alberto. 

Gli ultimi capitoli sono infatti strutturati come un diario, in cui il protagonista racconta giorno per giorno cosa sta succedendo al campo. In particolare nella sua stanza trova due ragazzi francesi con cui fa amicizia e cercando tutti insieme di trovare delle soluzioni per aiutare gli altri malati. 

Il libro finisce con il racconto del 27 gennaio, in cui arrivano i russi per salvare gli ultimi e pochi sopravvissuti. 

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