Se questo è un uomo pt.3

Giorgia V.

Gli ultimi mesi che Primo Levi trascorre nel campo sono i mesi più freddi dell’inverno, per questo il protagonista non ha molte speranze di sopravvivere. Un giorno, però, insieme ad altri tre Haftlinge, viene prelevato per lavorare in un vero e proprio laboratorio chimico; è proprio questa nuova occupazione che lo salva dalla fame e dalle fatiche invernali.

Purtroppo Primo Levi si ammala di scarlattina e l’11 gennaio del 1945 viene trasferito in infermeria (Ka-Be) con altri 10 ricoverati. Durante il quarto giorno di convalescenza, il barbiere ed il dottore greco anticipano agli ammalati che, il giorno dopo, il campo sarebbe stato abbandonato a causa dell’avanzata russa; soltanto i malati che non potevano muoversi avrebbero potuto restare. Primo Levi è talmente debole che teme di non riuscire a sostenere il viaggio, perciò decide di rimanere con gli altri compagni. Arrivata la mattina, 20000 prigioneri sono partiti ed il campo è abbandonato a se stesso; il primo giorno vengono ancora serviti zuppa e pane. Nel secondo giorno, Primo e altri due francesi capiscono che da quel momento si sarebbero dovuti gestire autonomamente, quindi escono dalla loro baracca per trovare ciò che gli sarebbe servito e tornano con alcune patate e stufetta elettrica (rubata alle SS). Molti ammalati della baracca riusciranno a sopravvivere fino all’arrivo dei russi, grazie agli approvvigionamenti cercati all’interno e al di fuori del campo.

In questi ultimi giorni è come se si fosse risvegliata l’umanità di quelli che prima erano soltanto degli oggetti: Primo pensa alla sua Italia e conversa insieme ai due francesi di cose normali, senza essere controllato da qualcuno e senza doversi attenere alle regole severe del Lager; riemerge persino una sorta di forza di volontà e di unione tra i prigionieri: tutti i ricoverati di questa baracca si aiutano e collaborano. Nonostante ciò le condizioni, in cui sono costretti a vivere, sono disumane, si pensi alle centinaia di cadaveri lasciati morire e non seppelliti. 

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