Se questo è un uomo pt.3

 Chiamaka N.

Ritorna l'inverno e aumentano i deportati. Bisogna liberare il campo per nuovi prigionieri quindi aumentano le uccisioni di chi al campo c'è già. Il destino di ognuno è deciso da un funzionario che deve selezionare alcuni tra gli uomini che gli sono davanti in fila.

«A Birkenau il camino del Crematorio fuma da dieci giorni. [...] I giovani dicono ai giovani che saranno scelti tutti i vecchi. I sani dicono ai sani che saranno scelti solo i malati. Saranno esclusi gli specialisti. Saranno esclusi gli ebrei tedeschi. Saranno esclusi i Piccoli Numeri. Sarai scelto tu. Sarò escluso io.»

Nonostante il freddo, la pioggia, la fame, Primo Levi dice come ci sia sempre un motivo per ritenersi fortunati. Fortuna perché oggi non tira vento, fortuna perché oggi non piove o fortuna perché c'è cibo. Ma se proprio il cuore è pieno solo di angoscia, hanno una via d'uscita. La rete che circonda il campo è elettrificata. Così smetterebbe finalmente di piovere. 

Scampato alla selezione, Primo Levi viene scelto per lavorare in un laboratorio chimico. Questo gli garantisce maggiori probabilità di sopravvivenza: deve lavorare al chiuso, al sicuro dal freddo gelido e dalla fame. 

Verrà poi ricoverato di nuovo nel Ka-Be a causa della scarlattina. In infermeria con lui ci sono altri 10 malati. Il 17 gennaio viene annunciato che il giorno dopo sarebbero arrivati i tedeschi a liberare il campo. Tutti quelli sani, che erano nelle condizioni di camminare, dovettero affrontare un lungo viaggio in cui molti persero la vita: la marcia della morte. Primo Levi, sentendosi troppo debole, preferisce rimanere al campo. Questa decisione gli salverà la vita.

La notte del 18 gennaio anche le ultime SS scappano dal campo a seguito di alcuni bombardamenti russi. Quindi i prigionieri rimasti si devono gestire da soli. Inizialmente i viveri vengono distribuiti regolarmente ma poi la situazione degenera e ognuno deve procurarsi da solo il necessario. Primo Levi riesce ad organizzarsi con alcuni compagni e si aiutano a vicenda, sopravvivendo in una delle baracche. 

Nel periodo subito prima l'arrivo dei russi, al campo si respira un'aria diversa. I  sopravvissuti si sentono quasi liberi anche se ancora rinchiusi. Il pensiero dell'imminente arrivo dei salvatori risveglia in loro quel senso di umanità di cui i tedeschi erano riusciti a privarli.                                

Il 27 gennaio poi arriveranno finalmente i russi.

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